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Le friselle pugliesi: un pane antico nato per il mare

La frisella, tipico pane biscottato della Puglia, ha origini antichissime che si perdono nella notte dei tempi. Questa specialità, nota anche come “frisa” o “frisedda”, è profondamente legata alla storia marinaresca della regione.

Si narra che le friselle siano nate proprio per soddisfare le esigenze dei marinai pugliesi durante le loro lunghe traversate nel Mediterraneo. La leggenda vuole che i naviganti avessero bisogno di un alimento che potesse conservarsi a lungo senza deteriorarsi, resistendo all’umidità e al caldo delle stive delle navi.

Le friselle pugliesi venivano preparate nei piccoli borghi usando farina di grano duro o orzo. L’impasto, fatto con acqua, sale e lievito madre, era lavorato a lungo, lasciato lievitare, e modellato in forma di anello. La cottura avveniva in due fasi nei forni a legna comunitari: una prima cottura ad alta temperatura, seguita dal taglio a metà e una seconda cottura più lunga a temperatura inferiore. Infine, le friselle erano appese all’aperto per l’asciugatura finale, un processo che poteva durare giorni e che conferiva loro il caratteristico aroma e la lunga conservabilità.

Questo processo di doppia cottura, simile a quello utilizzato per i biscotti, permetteva di ottenere un pane secco e durevole, ideale per i lunghi viaggi in mare. I marinai, dunque, portavano con sé grandi sacchi pieni di friselle, che rappresentavano una fonte di sostentamento affidabile durante le settimane o i mesi trascorsi lontano dalla terraferma. Al momento del consumo, le friselle venivano ammorbidite con un po’ d’acqua di mare, che le rendeva più facili da masticare e aggiungeva un tocco di sapidità.

Con il passare del tempo, la frisella si è evoluta da semplice pane di bordo a vera e propria specialità gastronomica. Oggi, è apprezzata non solo in Puglia ma in tutta Italia, ed è diventata un simbolo della cucina mediterranea, sana e genuina.

Oggi, le friselle vengono spesso gustate con pomodori freschi, olio d’oliva, origano e altri condimenti tipici della tradizione pugliese. Questo modo di consumarle riflette l’evoluzione da cibo di necessità a piatto quotidiano, mantenendo intatto il legame con le sue umili origini marinare.

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